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BELLORA C.: FILIPPO MANFREDI

BELLORA C.: FILIPPO MANFREDI
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A partire da € 4,71 Iva esenteMaggiori dettagli
Cod. art.: 9788887203790
Codice produttore: 9788887203790
Edizione: ZECCHINI
Autore: Bellora Carlo
Disponibilità: Disponibile
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Descrizione

Fuori Collana


Il compagno di viaggio di Luigi Boccherini e le sue peregrinazioni tra Lucca, Genova e la Spagna durante la metà del Settecento

Molti sono stati i musicisti costretti a peregrinare per l'Europa alla ricerca di visibilità durante il Settecento. Manfredi, violinista molto attivo e stimato a Lucca, si lega fin dai suoi primi studi alla città di Genova, dove — oltre ad imparare a suonare il violino — inizierà una seconda carriera artistica suonando nelle chiese, nei teatri e per le famiglie della nobiltà locale. Un legame quello tra Lucca e Genova molto interessante per scoprire i passaggi tra strumentisti che porterà diversi violinisti a soggiornare nella ridente città toscana; e tra questi arriverà anche il più importante — Niccolò Paganini — che per diversi anni si produrrà come concertista e insegnante di violino a Lucca. Filippo Manfredi, violinista dalle doti tecniche straordinarie, che fu tra i primi ad impiegare i flautati semplici e doppi, sviluppando una tecnica strumentale di notevole modernità. Filippo Manfredi il compagno di viaggio di Luigi Boccherini con il quale avvierà la prima esperienza di quartetto d'archi della storia e con il quale inizierà una lunga tournée verso Genova, città nella quale era lui il personaggio e non Boccherini. Dall'Italia verso la Francia, verso Parigi dove i due musicisti lucchesi cercheranno di emergere suonando assieme la loro musica. Parigi, dove entrambi pubblicheranno le loro opere, le quali rivelano alcune affinità, almeno sotto l'aspetto strettamente formale. E poi, l'ultimo atto del loro viaggio verso la Spagna, verso nuove prospettive lavorative con le compagnie d'opera e la corte del Principe delle Asturie. Nel 1772 il legame tra i due musicisti si interrompe; Filippo Manfredi torna nella sua Lucca, una città in cui la vita musicale ferveva grazie alla straordinaria sensibilità delle istituzioni, ma anche alla presenza della famiglia Puccini, che per generazioni diresse le sorti della locale Cappella di Palazzo. Musicista ben consapevole del proprio valore — tanto da farsi pagare più del suo maestro di Cappella, Giacomo Puccini senior — fu stroncato a soli 46 anni con tutta probabilità dal celebre "male gallico", la malattia di coloro i quali conducevano vita sentimentale disordinata.

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