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BISOGNI V. R.: VICTORIA DEL LOS ÀNGELES. NELLA MUSICA PER VIVERE (E SOPRAVVIVERE)

BISOGNI V. R.: VICTORIA DEL LOS ÀNGELES. NELLA MUSICA PER VIVERE (E SOPRAVVIVERE)
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Cod. art.: 8887203695
Codice produttore: 8887203695
Edizione: ZECCHINI
Autore: Bisogni Vincenzo Ramòn
Disponibilità: Disponibile
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Descrizione

Grandi Voci 2


Con discografia consigliata

Victoria de los Ángeles (López y García), traducibile per noi con Vittoria degli Angeli, è locuzione che lascerebbe presupporre una grande battaglia dall'esito fortunato su schiere maligne; ma, a bilancio concluso, sarà riconoscibile anche come inquieto presagio di una vita che, nelle ore non illuminate dalle luci della ribalta, avrebbe conosciuto vicende personali di singolare disagio. Soprano, autentica primadonna malgré soi possedeva innato il dono di saper risalire con trasparente fedeltà alle intenzioni del compositore. Josep Caminal, direttore del Liceu, la riconobbe "donna dotata di voce straordinaria, dall'apparenza fragile, ma dal carattere estremamente forte. È a lei che la mia generazione deve l'educazione a quel buon gusto che impersonava con tanta perfezione". Possedeva in repertorio più di 50 ruoli completi in melodrammi, composizioni sinfonico-corali e cicli vocali. Con un incontestato primato nel repertorio francese (Manon, Marguerite, Mélisande, Carmen), si rendeva ammirevole anche in tanto Puccini e, soprattutto, in una miriade di pagine cameristiche: in area mediterranea vantò il merito di aver rimosso il Lied dal limbo della musica in odore di snob e aver donato la levità di vetrofanie art-nouveau agli eccessi di nuance e finesse di tanta letteratura vocale francese. Ma fu nelle adorate composizioni della sua terra che riuscì a veicolare elementi antropologica-mente elementari verso la cultura più alta, decantati del corpus vili a mezzo della sapienza del suo canto: qui la voce fluiva nobilmente serena, casta e, all'occorrenza, fremente ed incalzante, quasi a rispecchiare l'atteggiarsi delle discendenti dai Grandi di Spagna, o, colorandosi di melismi meridionali, di popolane e gitani, pur sempre governata da un superiore senso del limite e del buongusto. Adulata dalla critica straniera, la più togata, da noi, nell'approccio all'opera italiana, non restò invece esente da riserve. Qui si procede a un primo bilancio della sua arte con partecipazione amorevole, pur senza abdicare alla doverosa oggettività.

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